MINARDI DAY 2018 – IMOLA

di Andrea Brianza

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Nella storia della Formula1 si sono visti molti team apparire e sparire dal paddock. Alcuni l’hanno fatto senza lasciare impronte, se non qualche vago ricordo della memoria dei più appassionati. Altri team, invece, hanno lasciato un ricordo indelebile in tutti, anche nei meno attenti e nei seguaci esclusivi di un certo marchio.
Minardi è uno di questi.

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Un team che a me manca molto nel panorama moderno della F1. 

Un team Italiano. 

Un team di uomini e non di freddi computer, un team che ha saputo avere la fantasia e il coraggio di dare una chance a piloti dal piede pesante, ma dalla valigia leggera, permettendo loro di farsi notare da quegli addetti ai lavori incapaci o non interessati a scoprire chi, nelle categorie minori, dimostra realmente di avere i numeri per emergere.
Come dimenticare Alonso debuttare in Minardi con la MercatoneUno come sponsor principale? Come dimenticare gli altri numerosi debuttanti che questa famiglia ha saputo lanciare e il cui elenco sarebbe lungo e con un palmares abbondantemente ricco?
Gente capace di vincere gare, di lottare per titoli e competizioni anche in altre categorie, perché non sempre il talento basta a riempire quella valigia necessaria per il “salto di qualità” e che tanto interessa a molti team “vincenti”.

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Ma non fermiamoci ai piloti, pensiamo anche ai progettisti. Aldo Costa oggi lo conosciamo come il papà delle Mercedes di Bottas e Hamilton, ma non dimentichiamoci che ha iniziato la usa carriera in F1 proprio in Minardi e oggi, qui al Minardi day, si è trasformato nel pilota di una sua creatura, guidando in pista la W04 del 2013. Un sogno che pochi uomini al mondo hanno realizzato e/o potranno realizzare. 

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Aldo Costa in azione con la W04 sul rettilineo di Imola.

In pista a Imola oggi abbiamo ammirato molte auto di varie categorie. Una grande festa per appassionati piloti, meccanici e tifosi che hanno assistito anche a qualche giro di pista della FormulaE, che confesso affascinarmi non poco. Prototipi, le sempre affascinanti F3 anni ’70 che adoro nella loro affascinante semplicità costruttiva.
IL pubblico a bordo pista, nei paddock, nel mercatino e sulle tribune ha goduto di due giorni di bel tempo, nonostante le previsioni meteo che davano per imminente anche l’arrivo di Noè con l’arca. Lo spettacolo in pista non è mancato, perchè anche se non c’è vera gara, i piloti non si risparmiano e in pista, si divertono facendo divertire… e questo lo dobbiamo solo grazie a questo indimenticabile marchio ancora capace di fare magia.

Gallery:

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