WRC F-ONE BOX TEST #parte 1 di 2

Oggi, grazie a MikiModel, torno a montare una macchina a ruote scoperte e lo faccio con la F-One, macchina di cui, parecchi anni fa, avevo avuto modo di testare uno dei primissimi modelli andati in produzione. Da allora molte cose sono cambiate. In primis il sistema di bascula posteriore, profondamente rivisto.
Ma andiamo con ordine.
Da quando Michele mi dice di aver spedito sono passate meno di 24 ore che alla porta si presenta il corriere GLS con la scatola della F-One.

La confezione è compatta, contiene il modello in kit di montaggio completo di carrozzeria, adesivi e un libretto istruzioni piuttosto carino. È migliorabile in alcuni disegni, che mi sembrano essere chiari solo per chi ha già esperienza di montaggio. Personalmente aggiungerei qualche didascalia e farei qualche tavola in più per i meno esperti, ma forse mi sbaglio e ho poca fiducia nei neofiti.
Tutti i pezzi sono racchiusi in sacchetti trasparenti numerati per fasi di montaggio.

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Inizio il lavoro dal telaio di carbonio da 2 mm di spessore. Per via della scelta progettuale a “muso alto” fatta dal team di Ghiotto, il telaio è piuttosto corto e di aspetto opaco ma uniforme.
Le lavorazioni sono ben fatte e sono già svasate le feritoie per il passaggio del nastro adesivo di fissaggio della batteria.
Smusso i bordi di taglio con carta abrasiva per ridurre il rischio rotture in caso di urti, poi ci sarebbe da passare della colla cianoacrilica liquida sul bordo per rafforzare il materiale.
Il piano posteriore è di pari spessore, non serve lavorarlo. Alcuni fori sono molto vicini al bordo di taglio… resisterà. Me lo racconterete voi dopo la pista 🙂

L’assemblaggio inizia dalla traversa di alluminio della bascula.
Usiamo le sfere bianche con il foro più grande, 4,5 mm. Dopo aver pulito le iniezioni dalle conchiglie di plastica morbida nera le inserisco nelle sedi di alluminio. L’anello stampato con le conchiglie serve a fissare le conchiglie. In pratica è un seger. Attenti al senso di montaggio. C’è un labbro interno di diametro inferiore al resto: va messo verso l’alluminio. Spingete e se sentite un click avete lavorato bene. Sulle istruzioni c’è una vista in sezione che vi spiega tutto questo… per me è chiara che sono anche un disegnatore progettista per professione, ma per voi?
Stesso discorso per i pezzi che fermano la sfera centrale cromata, il vero centro di rollio del modello.
Avvito la traversa sui due piani e regolo la pressione delle molle. Il modo migliore per farlo bene è misurare con un calibro la quota del dado rispetto al piano. Monto le molle cromate (morbide) ma nel kit ci sono anche le medie di colore brunito. Le molle non devono lavorare compresse! In posizione di riposo devono essere il più possibile estese senza avere gioco.
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Il differenziale, disegnato in modo classico in stile Tamiya F104 è lavorato dal pieno di alluminio; ha tre caratteristiche.
La prima è il perno principale che trovo già fissato (incollato) all’assale di acciaio;
la seconda è la presenza di due pattini antiscivolo di carta nera da porre tra le ralle e le parti di alluminio;
la terza è la corona da 98 denti in passo 64 a 12 sfere da 3 mm e compatibile Tamiya.
Carteggio le ralle, appoggiandole al trascinatore ruota, fino a renderle opache in modo uniforme. Serve per far si che siano perfettamente piane, cosa che da nuova nessuna ralla può essere.

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Montato il differenziale è ora da alloggiare tra le spalline posteriori. Realizzate in alluminio, ottimamente lavorate e sono anche molto belle da vedere. Anodizzate nero con riprese a macchina successive al trattamento che lasciano il materiale naturale a vista assieme alle scritte tracciate a laser.
Nel montare il castello posteriore mi accorgo di una leggera imperfezione. Alloggiati i due tiranti posteriori, che serviranno anche da supporto alettone, noto che sono corti, manca mezzo millimetro. Un problema risolto da una semplice ranella da 3 mm di foro, presa in ferramenta.
Inserisco gli eccentrici per l’altezza da terra e i cuscinetti a sfere metrici non flangiati. Monto il differenziale e fisso il mozzo ruota sinistro lasciando un po’ di lasco per non inchiodare la trasmissione.
I cuscinetti sono apparentemente poco scorrevoli perché carichi di grasso, basta lavarli o fargli girare un po’ e tutto si risolve.

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L’ammortizzatore è un bel prodotto. Realizzato da barra di alluminio, trattato con una filettatura esterna di qualità. La tenuta sullo stelo avviene tramite due o ring blu piuttosto duri ma che calzano in modo preciso, quindi la cosa non mi preoccupa.
La molla è di durezza media e le parti di plastica, piuttosto tenera, si montano senza problemi. Il portamolla non forza e la lunghezza dell’insieme permette di avere, se necessario, un discreto “negativo” dell’altezza da terra.
L’unica cosa da curare con attenzione è il fissaggio del seger “interno” che fissa la cartuccia di distanziali e o-ring per il passaggio dello stelo. Assicuratevi che entri bene nella sua sede senza forzare.

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Ora una piccola pausa in attesa di passare all’anteriore del modello 🙂

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